Me li aveva fatti conoscere un amico qualche tempo fa. Domenica ho avuto la fortuna di vederli esibire dal vivo a Breno, un piccolo paese a pochi chilometri da casa mia.
Bravissimi e incredibili è il solo commento che posso dare. Un quotidiano nella provincia, Bresciaoggi, ha scritto proprio oggi:
A BRENO. STREPITOSA PERFORMANCE PER IL FESTIVAL «DALLO SCIAMANO ALLO SHOWMAN»
Canta Petra Magoni Tutti a bocca aperta
Virtuosismi da brivido con il contrabbassista Spinetti sui temi di canzoni celebri, da Edith Piaf alla Cinquetti
Studi classici e voce eclettica per una capacità d'interpretazione funambolica e senza sbavature
L'ultimo bis è per «Signore delle cime», in omaggio alla gente della Valcamonica
Ermete Giorgi
Nella notte, l'incanto dell'antica piazza sant'Antonio, nel cuore del centro storico di Breno, sembra ancora più accentuarsi. Gli astanti son quasi mille e le pur numerose poltroncine bianche non bastano. I bambini si siedono per terra: mai visti così quieti e interessati. Regna un silenzio attento che neanche in chiesa.
Va in scena lo spettacolo «Musica nuda» col duo Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, una pisana e un casertano. Entrambi subito, sin dalla prime battute, si rivelano mostri di bravura: lui nel dominio completo del contrabbasso, lei nel possesso pieno e totale della voce, con cui praticamente può fare tutto quel che vuole e di più.
Per quanto concerne Petra, si sente il lungo tirocinio fatto di studi di canto classico, interpretazione di musica antica, varie incursioni nel rock, pop e jazz. Il repertorio comprende brani di De Andrè, Gaber, Buscaglione, il quartetto Cetra, oltre ad una ninna-nanna sarda particolarmente toccante. Ma canzoni e musica non sono altro che pretesto per lasciar libera una voce che spazia dalla romanza al rap, raggiunge un'estensione melodica ragguardevole, tocca le più alte vette di un virtuosismo fatto anche per stupire e che ricorda certi interpreti settecenteschi. Tuttavia trilli, acuti, gorgheggi, vocalizzi e quant'altro non risultano mai stucchevoli, anche perché proposti con apparente semplicità, senza spocchia, indulgendo soltanto, di quando in quando, a qualche innocente, teatrale birignao.
Allora anche «Non ho l'età», che i più maturi ricordano cantata dalla Cinquetti, o «Nessuno, ti giuro nessuno» della Pavone, o ancora «Guarda che luna», si trasformano in un campo di battaglia per un susseguirsi indiavolato di scoppi, fuochi d'artificio, sibili. E continua l'assolo inebriante d'un ugola che, nemmeno negli acuti più difficili e lunghi, si distorce minimamente, riproponendosi in continuazione senza sbavature.
è il trionfo della vocalità, dalla francesissima «Vie en rose» a «Storia di un cammello e di un dromedario», che offre l'ennesimo spunto virtuosistico,
Il punto massimo della cordialità, scattato da tempo fra pubblico e i due, tocca il culmine quando per un bis la Magoni e Spinetti eseguono, questa la canzone alpina «Signore delle cime»: si capisce subito che si tratta di un gesto di squisita cortesia per la gente di montagna. Il brano inoltre serve anche per ricordare l'indimenticabile Sergio Bardotti, sino alla fine direttore del festival «Dallo sciamano allo showman»e innamorato della Valcamonica. Che grata applaude.
Due video, anche se di bassissima qualità, di un amico:
http://www.youtube.com/watch?v=lvEa0mRKTYQ
http://www.youtube.com/watch?v=AmXfkACN2Us
Alla fine siamo riusciti anche a parlare con i due e a realizzare qualche foto ricordo :)
[EDIT] Corretti i link dei video.
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