Open non è Source

di Daniele Bochicchio, in Microsoft-related,

La notizia per quanto sia molto interessante, non fa epoca.

Ci sono commenti in giro che ti fanno capire la pressapochezza di alcuni giornalisti tecnici, tipo questo articolo del Corriere, imbarazzante secondo me per la categoria. Ma è in buona compagnia, perchè anche all'estero ho letto di cose che non stanno nè in cielo nè in terra.

Per prima cosa, a differenza di quello che si sente in giro, non verrà rilasciata neanche una riga di codice sorgente di nessuno dei prodotti citati. Capisco che per un giornalista Open vada per forza a braccetto con Source, ma nel nostro universo non è assolutamente così. Difatti è stata annunciata una tonnellata (30 mila pagine) di documentazione sui procotolli dei prodotti principali. Che vuol dire, tradotto per questi signori, che non vedremo una riga di codice. Ed è giusto così, essere aperti non vuol dire dare il codice sorgente a chi passa per strada.

L'unica cosa davvero epocale è che permetteranno a chi sviluppa programmi per hobby e non li vende di usare alcuni dei loro brevetti senza pagare, e questo è bello e giusto e rientra nell'ottica di dare accesso ad università e gente che "gioca" a tutto quello a cui ha senso dare accesso. Se c'è un produttore software che sa che l'ecosistema che si crea intorno ad un prodotto ne guida il successo è Microsoft, che negli anni ha sempre lasciato spazio alle terze parti, tanto che esistono produttori che di mestiere fanno questo, completare alcuni dei prodotti con soluzioni ad hoc, gratuite o a pagamento che siano.

C'è chi poi confonde la possibilità di debuggare il codice sorgente del .NET Framework con un'apertura del sorgente, ma in realtà non è così. La licenza è del tipo "leggi tutto quello che vuoi, ma se metti una riga di codice copiata da quello che vedi qui, ti mandiamo i Men in Black in azienda e vedrai se non troviamo almeno un brevetto che hai violato". Cioè, non è essere Open Source.

Trovo poi del tutto ridicolo l'accostamento a Google e Yahoo di questa mossa. E' come dire che io compro un bel panino con il crudo perchè la benzina costa troppo. Sono mercati e segmenti profondamente diversi e per quanto Google e Yahoo siano messi bene nella raccolta della pubblicità, chi pensa cose del genere non ha mai guardato il bilancio della divisione software di Microsoft e l'utile netto che genera.

Nonostante questa distorsione, a dire il vero, continuo a dormire bene di notte, perchè non sono nè un dipendente Microsoft nè ho loro azioni. Però sono un utente, prima, ed un tecnico, poi, e non mi piace la pressapochezza che c'è in giro quando si parla di Microsoft, di Windows Vista, di Outlook (che molti confondono con Outlook Express) o di Visual Studio.

L'apertura va bene e fa bene, ma non confondiamola come una svolta Open Source. Perchè si può essere aperti dando accesso ai protocolli ed alla documentazione senza per questo dare il codice sorgente. Ce l'ho avuto da un bel po' di anni, nell'ambito del programma Shared Source License, ed a parte 2-3 cose che mi sono andato a cercare, non mi ha cambiato per niente la vita. Si può vivere e produrre soluzioni intorno alle piattaforme di Microsoft senza leggerne neanche una riga di codice. Si può certamente produrre soluzioni migliori, senza perdere tempo o fare reverse engineering, avendo le specifiche disponibili. OpenXML docet.

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