Come scrivere un thriller di successo(!?!?)

di Andrea Zani, in Imho,

Scrivere un un thriller di successo(!?!?) è cosa banale vedendo il bombardamento di libri di questo tipo che si ha avuto in tutti questi anni e di cui, fortunatamente, pochi mi sono dovuto sorbire fino all'ultima pagina. La formula è semplice: prendere un'ambientazione particolare che non ha sfruttato ancora nessuno, inserire un mistero (meglio se è un omicidio, più violento possibile naturalmente, e utilizzando, se è possibile, vittime chiaramente innocenti come bambini o persone perbene), quindi prendere come protagonista una persona che proprio in quel momento ha dei problemi personali (di salute, con la moglie o la famiglia, con il lavoro) che in passato ha avuto a che fare con quell'ambientazione in una brutta esperienza.

Ora che le basi ci sono, è necessario inventare una coincidenza che porti il protagonista su quel posto e che le forze dell'ordine devvano aver bisogno di lui (anche se un protagonista che fa tutto all'oscuro della polizia da solo fa più figo). Quindi miscelare sapientemente il mistero della morte con i problemi personali prima citati che debbono sempre peggiorare, fino a quando c'è lo scontro finale del protagonista con l'assassino che dev'essere, naturalmente, qualcuno di insospettabile che deve comparire fin dalle prime indagini sul mistero.

Fare un lieto fine non è più di moda, dunque il protagonista, dopo aver risolto il mistero, deve morire in caso il suo problema era una malattia, oppure essere lasciato dalla moglie e dai figli (naturalmente in tenera età), o perdere il lavoro. L'eroe sfigato fa sempre maggiore presa tra i lettori.

Squallida come linea guida per un thriller, vero? Allora ecco la recensione di un libro da poco nelle librerie (recensione presa da BOL):

"In un'irlanda avvolta in un manto di ricchezza e avidità, nessuno si rivolge più alla Chiesa in cerca di consolazione e sollievo, tanto più quando un'ondata di scandali ha appena messo a dura prova il mondo cattolico. Ma la decapitazione di padre Joyce, trovato ucciso in un confessionale a Galway, suscita orrore anche nei cittadini più indifferenti. Jack Taylor, ancora sotto shock per un trauma personale che lo ha segnato nel fisico e nell'anima e sempre più convinto che per lui non esista salvezza, si getta anima e corpo nell'indagine, lasciandosi trascinare nel sogno di poter realizzare il suo desiderio più disperato, quello di avere una famiglia. Tra esorcismi e attrazioni morbose, Jack finirà risucchiato in una sanguinosa rete di trame oscure: un abisso di morte e terrore nel quale rischiano di riprendere forma i fantasmi più cupi del suo passato."

Il trauma personale è dato da un pedofilo che Jack aveva incontrato da bambino. Andando a leggere questa recensione si vede che rispecchia perfettamente la linea guida prima scritta.

Vediamo come possiamo scrivere ora un buon thriller. Dobbiamo prendere un'ambientazione dove, come nel caso della Chiesa Irlandese, può essere descritta come un posto malsano e marcio (come se i preti in Irlanda fossero tutti pedofili... ma chi ha scritto quella recensione?). Essendo la moda di una settimana da questa parte, causa servizio di un giornalista, nel descrivere la malasanità, si può ambientare il tutto in uno dei più grandi ospedali di una nazione.

Manca il probabile cadavere. Prendiamo un luminare insospettabile che dev'essere trovato ammazzato in maniera terribile: in sala operatoria squartato come un quarto di bue.

Il protagonista deve avere un trauma altrimenti è noioso. Ok, ha perso uno dei genitori causa un errore dell'ospedale. Mettiamoci naturalmente qualcosa di romantico: la ex moglie lavora come infermiera o dottoressa all'interno dell'ospedale, e il luminare ucciso è lo zio - Wow, questa sì che è una trama! - e vedendo che la polizia non approda a niente, chiede aiuto al protagonista perché è l'unico di cui si può fidare!

La storia ora deve procedere tra protagonisti originali, strane confessioni di personale che lavora in quell'ospedale e indizi che solo il protagonista sa trovare a livello di un ago in un pagliaio. Man mano che la storia si evolve, il protagonista e la ex moglie ritrovano il fuoco della passione, fino a giungere al finale, dove lei è rapita dall'assassino che si scopre essere un dottore che ha studiato con lei e con cui aveva avuto una storia durante gli studi. Lei muore sotto le mani del primo ex, lui muore sotto le mani del protagonista.

Niente di nuovo sotto il sole. Anzi, che pallosa storia... Ma sempre meglio dei libri di Ruth Rendell.

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